Il programma MAB per il Lago di Bolsena
Da www.tusciaweb.eu del 7 novembre 2012
Provincia – La proposta di Luciano Dottarelli (Club Unesco)
Il recente convegno tenutosi a Montefiascone per fare il punto sullo stato di salute del Lago di Bolsena ha avuto il merito indubbio di richiamare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della salvaguardia del bacino lacuale e di farlo con dati inoppugnabili, ormai consolidati e condivisi dalla comunità scientifica.
Giuseppe Nascetti fa bene adesso a compiere i passi conseguenti: ricavarne uno scenario di fondata preoccupazione per il prossimo futuro e stimolare i decisori politici ad assumersi fino in fondo le loro responsabilità.
Le misure necessarie ad arrestare la tendenza al progressivo degrado di questo delicato ecosistema sono state individuate da tempo e – soprattutto per l’attività encomiabile di Piero Bruni e dell’Associazione Lago di Bolsena – sono diventate una piattaforma di rivendicazione territoriale condivisa dalle istituzioni locali e dai vari portatori d’interesse.
Garantire una perfetta funzionalità degli impianti di depurazione esistenti, programmare a medio termine il completamento del collettore circumlacuale, promuovere interventi volti alla riduzione degli apporti nutrienti dovuti all’agricoltura, gestire con maggiore efficacia il bilancio idrico del lago (prelievi, deflusso): sono queste le priorità che gli amministratori da tempo sanno di dover mettere in agenda se vogliono evitare il collasso ambientale del lago.
Per raggiungere questi risultati occorrono però due condizioni fondamentali.
La prima dipende esclusivamente dalla lungimiranza e dalla determinazione delle popolazioni locali e delle amministrazioni che ne sono espressione politica. Consiste nella maturazione di un approccio convintamente integrato ai problemi del lago e nel conseguente avvio di forme di gestione realmente unitaria dell’area.
La seconda condizione, che tende a presentarsi non del tutto a ragione come quella fondamentale, è la disponibilità di ingenti risorse, che non è certamente pensabile possano essere assicurate dai magri bilanci degli enti locali.
Condizioni analoghe a queste si sono verificate quando negli anni ’80 fu costituito il Consorzio del Bacino del Lago di Bolsena e con fondi FIO venne finanziata la realizzazione del collettore circumlacuale, l’unico vero intervento infrastrutturale realizzato sul territorio, che ha avuto un’importanza fondamentale per la tutela e la valorizzazione turistica ed economica dell’area.
Oggi ci si rende conto agevolmente che le risorse necessarie agli interventi infrastrutturali di completamento possono venire soltanto dall’Unione Europea, ma non basta certo ripetere questa convinzione come un mantra.
L’accesso alle risorse comunitarie, mediate con efficacia attraverso i livelli regionali e nazionali, richiede però un passo avanti nel grado di consapevolezza della qualità e della fragilità dell’area e nel livello di integrazione della sua governance, come premesse per conseguire un maggior riconoscimento e prestigio internazionale.
Per ottenere questi risultati possono essere di straordinario aiuto le qualificazioni internazionali ottenute in base alle liste del patrimonio o ad altri programmi dell’Unesco.
In particolare, nel caso del lago di Bolsena, ritengo si debba valutare l’opportunità di una sua candidatura come Riserva della Biosfera in base al Programma Mab (Man and Biosphere).
Il programma riguarda aree marine e/o terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, con il pieno coinvolgimento delle comunità locali. Scopo del programma è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale.
La qualificazione Unesco non introduce nuovi vincoli (restano quelli già previsti dalle leggi vigenti, esercitati dalle Autorità competenti) ma può costituire uno strumento utile per ottenere visibilità e riconoscimento internazionale, elementi che favoriscono l’accesso ai fondi europei.
Luciano Dottarelli
Comitato promotore del Club per l’Unesco Viterbo Tuscia.